Patriot Viper Elite 2400MHZ – Poca spesa, tanta resa?non sempre
Patriot è una azienda affermata nel campo dell’IT, soprattutto conosciuta ai più grazie ai suoi prodotti basati su memoria nand come moduli dram, unità flash USB e negli ultimi anni anche per gli SSD. Fin dalla sua fondazione nel lontano 1985, Patriot memory si è posta l’obbiettivo di fornire ottimi prodotti, dalla qualità elevata e con un prezzo concorrenziale, così da avere un rapporto prezzo/prestazione ottimale. Addirittura quest’anno l’azienda si è lanciata nel mercato delle periferiche gaming con tre nuove soluzioni, sottolineando la sua volontà di non adagiarsi mai, ma di voler adattare il suo catalogo agli andamenti del mercato, che per inciso nell’ ultimo periodo è sempre più orientanto verso i Videogiocatori. Oggi, tuttavia, recensiremo un prodotto che da sempre rappresenta il cavallo di battaglia dell’azienda, ovvero un kit di memoria RAM e per la precisione delle DDR4. Queste appartengono alla famiglia Viper Elite e sono caratterizzate da una frequenza di funzionamento di 2400MHz, capace di sottolineare come ormai le DDR4 non siano più il relegate ad un solo pubblico di nicchia, ma bensì anche al segmento MainStream del mercato. Ma bando alle ciance, è giunto il momento di andare a scoprirle, saranno riuscite a confermare nuovamente gli standard a cui Patriot Memory ci ha ormai abituato?
Ormai è appurato che il Gaming, quello con la “G” maiuscola, è tornato sul PC. Questo lo possiamo notare nei cataloghi dei vari brand che producono componenti e periferiche per computer, le linee denominate Gaming sono quelle più curate sia esteticamente che funzionalmente e raggruppano la maggior parte dei modelli. Oggi andremo a recensire proprio una scheda madre basata su questa filosofia del noto produttore GIGABYTE, più precisamente analizzeremo il comportamento della Z170X Gaming 3. Questa scheda madre rappresenta la soluzione entry-level dell’azienda per la linea gaming basata sul”ultimo PCH Intel Z170. Di recente abbiamo già visto da vicino parecchie schede madri basate su questo PCH, analizzando le varie migliorie introdotte sia da Intel stessa che dai vari produttori. L’intento di GIGABYTE è di fornire ad un prezzo aggressivo l’essenziale per poter costruire un ottimo RIG gaming, senza compromettere fattori importanti come la qualità e l’estetica, perchè si sa, a volte si compra anche con gli occhi. Ora se siete curiosi di sapere come si è comportata la Gaming 3 nei nostri test e come la casa abbia interpretato le numerose funzionalità del PCH Z170, non vi resta che proseguire nella lettura di questa review.
In informatica le innovazioni sono sempre dietro all’ angolo e, diciamocelo con tutta sincerità, è quello che rende bello questo segmento dell’ IT. Le continue ricerche in questo campo, infatti, stanno spingendo le Performance sempre più in alto, rendendo quasi obbligatorio avere l’ ultima soluzione commercializzata per non rimanere troppo indietro e per godere a pieno dei nuovi Software e titoli Gaming. Questo sviluppo, però, al contrario di quello che può pensare un novizio del settore, non interessa solamente la fascia dei componenti elettronici veri e propri, come MainBoard, VGA e memorie, ma bensì anche tutti gli altri componenti. Per esempio, se prendiamo in considerazione il segmento Chassis, i brand hanno dovuto adattare le loro proposte alle nuove richieste del mercato. Questa trasformazione ha permesso la comparsa di cabinet dotati di porte di espansione di ultima generazione, ormai uno standard sulle MainBoard moderne, ma anche dotati di una gestione interna degli spazi mai vista prima, poichè ormai non è raro trovare Schede Madri e VGA di dimensioni “XXL”, per non parlare poi dei limiti di Overclock sempre maggiori, gestibili solamente attraverso sistemi di dissipazione Aftermarket difficilmente installabili in piccoli spazi. Ma, se si parla di Chassis, uno degli aspetti che non deve mai essere trascurato è quello estetico. Negli anni, infatti, abbiamo visto molte scuole di pensiero, partendo dall’ utilizzo del classico SECC, per arrivare poi all’ alluminio, alle finestre in Plexyglass sulle paratie laterali e in ultimo anche all’ utilizzo del vetro temprato per la realizzazione di più facce del cabinet. E quando si parla di chassis realizzati in quest’ ultimo modo non si può dimenticare In-Win, brand che negli ultimi mesi è tornato a far parlare di se grazie a soluzioni che hanno sapputo attirare fin da subito l’ interesse della clientela. Quest’ oggi siamo qui per analizzare proprio uno degli ultimi prodotti della società con sede a Taiwan, lo chassis In-Win 805. Curiosi di questo cabinet? Bene non ci resta che andare a scoprirlo insieme.
Acquistare uno Chassis non è mai semplice, sono infatti diverse le caratteristiche che un nuovo cabinet deve rispettare, e trovare quello che maggiormente fa per noi potrebbe diventare un’ impresa. Infatti, essendo il componente maggiormente in vista del PC, si cerca sempre una soluzione capace di appagarci esteticamente, ma che nel compenso non vada a trascurare funzionalità, features e anche il prezzo. Non è infatti raro trovare il prodotto dei nostri sogni ma doverci rinunciare a causa di un costo troppo elevato, oppure lo chassis dotato di features e prezzo ottimi ma che esteticamente non riusciamo proprio a digerire lasciandolo così sullo scaffale del negozio. Quest oggi siamo qui per parlare proprio di case e di uno di quei brand che ultimamente non fa che far parlare di se positivamente ad ogni nuova proposta presentata, sia di alto livello che di fascia “bassa”. Stiamo parlando di InWin, brand con sede a Taiwan che oggi ci ha concesso la possibilità di testare il suo nuovo 503, uno chassis Middle Tower Main Stream, che, come vedrete nel corso dell’ articolo ha molto di cui raccontare. Buona lettura!!! 
Intel ha da poco lanciato la sua nuova famiglia di processori XEON, portando la tecnologia Skylake anche a questa serie di CPU. Il processo di “migrazione” della tecnologia Skylake anche nel settore Workstation era inevitabile per Intel, visto la tradizione del colosso americano nel fornire ai suoi clienti professionali le stesse tecnologie proposte anche al segmento Consumer. Ed ecco l’ apparizione delle CPU “Greenlow”, conosciute anche come E3-1200V5, e dei nuovi PCH dedicati, i modelli Intel C232 e C236. Il lancio di questa nuova famiglia di prodotti ha spinto i vari brand di MainBoard ad aggiornare i loro cataloghi, ed oggi avremo modo di testare proprio una di queste proposte realizzata da AsRock. La società taiwanese, molto attiva nell’ ultimo periodo grazie alle sue proposte Gaming e per Overclock, non ha voluto perdere troppo tempo, presentando subito diverse proposte. Una di queste è la E3V5 WS, Mainboard con un nome che si ricollega alla sigla usata da Intel per i suoi nuovi processori, e che andremo a testare oggi in questa recensione.
Apacer è una azienda fondata nel lontano 1997, fin dalla sua nascita si concentrò sulla produzione di moduli DRAM ed in soli due anni fu in grado di posizionarsi al quarto posto mondiale tra i produttori di memorie. Questa pietra miliare ha permesso all’azienda di crearsi un notevole background di informazioni da dedicare alla costruzione di altri prodotti basati su memorie Nand, come per esempio unità esterne USB o negli ultimi anni dischi a stato solido. Proprio quest’ultimi device hanno avuto, nell’ultimo periodo, una forte crescita, grazie alla joint venture avviata con Phison, nota casa produttrice di controller per SSD, gli stessi usati su molti dischi di altri marchi. Tutto questo ha permesso ad Apacer di fornire ai propri clienti un catalogo ricco di offerte interessanti per più utilizzi. Purtroppo in Italia, ma anche in Europa, questo produttore risulta essere sconosciuto alla maggioranza di utenti, quindi, questa azienda molto attiva ha deciso di mandarci in prova una dei suoi migliori Kit di memorie DDR4. Oggi recensiremo le Apacer Commando in kit da 8GB con frequenza di base di ben 3466MHZ, questo prodotto è stato appositamente studiato per soddisfare le esigenze degli utenti enthusiast ed overclocker, le cui richieste sono sempre molto alte. Ora se siete curiosi di sapere come si sono comportate nella nostra suite di test, non vi resta che continuare la lettura!
Il mercato delle memorie è tornato in movimento dopo l’introduzione da parte di Intel del suo nuovo PCH Z170, che porta in dote, nella fascia medio-alta del mercato, il supporto alle memorie di tipo DDR4, prima appannaggio solo del PCH X99 di fascia enthusiast. Questo chipset di fascia mainstream promette di gestire velocità molto più elevate rispetto al fratello maggiore perdendo però l’architettura quad channel, in favore della ormai consolidata dual channel. Questo fatto ha “costretto” i vari produttori di memorie ad aggiornare le proprie soluzioni, visto che la maggiorparte dei kit in commercio erano studiati per l’utilizzo in piattaforme X99. G.Skill, uno dei leader in questo settore, ha preso la palla al balzo non solo aggiornando i kit già esistenti con proposte dual channel, ma presentando anche due nuove famiglie di prodotti: Le Ripijaws 5 e le Trident Z. Oggi andremo a recensire prorio uno di questi due, più precisamente testeremo le Trident Z con velocità di 3200MHZ CAS 16 e in kit da 2x8GB. Il nominativo Trident ha sempre contraddistinto le memorie ad alte prestazioni della azienda, quindi se siete curiosi di sapere come si comporteranno nella nostra suite di benchmark, ma sopratutto in overclock, non vi resta che continuare la lettura.
Un tempo il bottleneck nei nostri PC era dato dalle periferiche di archiviazione, soluzioni meccanice lente e rumorose, finchè poi fecero il loro ingresso sul mercato le unità allo stato solido. Questo tipo di device apportò grandi vantaggi in termini di prestazioni, sia nelle letture/scritture sequenziali che casuali e sopratutto un tempo di accesso prossimo allo 0. Queste velocità richiesero subito nuovi standard di collegamento per far si che le prestazioni non venissero castrate, arrivando all’odierno SATA3. Oggi, grazie al progresso tecnologico, la banda garantita da questa interfaccia di trasferimento non è più sufficiente per contenere le perfomance raggiungibili dalle memorie e controller impiegati per la costruzione di SSD, quindi si stanno presentando nuove soluzioni basate sul nuovo protocollo NVMe , che sfrutta meglio le linee PCIe per interfacciarsi ai nuovi drive prodotti nel formato M.2 o come schede di espansione. Ovviamente siamo agli albori di questo tipo di device e come tutte le innovazioni hanno una copertura limitata sul mercato nonchè un prezzo ancora proibitivo. Dopo questo excursus, possiamo definire che i dispositivi basati sull’interfaccia SATA 3 rimangono ottimi per la quasi totalità degli utilizzi, ed infatti oggi andremo a recensire un modello prodotto dal noto marchio Kingston, leader nel settore delle memorie. Il Savage è un SSD appartenente alla linea HyperX del produttore, categoria che contraddistingue una serie di prodotti votati ad ottenere il massimo delle performance. In questo mercato, ormai saturo, risulta difficile distinguersi dalla massa, ma se volete sapere se Kingston sia riuscita in questa impresa, non vi resta che proseguire nella lettura.
Nella recensione odierna andremo a testare una mainboard GIGABYTE basata sull’ultimo PCH Intel Z170, più precisamente il soggetto dei test sarà la Z170X-UD5 TH. Di recente abbiamo già visto da vicino parecchie schede madri basate su questo chipset, analizzando le varie migliorie introdotte sia da Intel stessa che dai vari produttori. L’articolo in prova rappresenta, per ora, il massimo esponente della famiglia “Ultra durable” della casa e prende le distanze dalle linee espressamente dedicate al gaming e all’overclock. Questa categoria di mainboard si prefigge lo scopo di attirare tutti quei potenziali clienti a cui interessa di più la sostanza piuttosto che features accessorie come quelle presenti sull’altre linee, insomma una base “tuttofare” senza rinunciare alla solita qualità imposta dall’azienda per tutta la propria gamma di prodotti. Ora, se siete curiosi di sapere se GIGABYTE sia riuscita a migliorare ulteriormente questa famiglia di soluzioni, e vogliate capire come il brand abbia interpretato le potenzialità del PCH Z170 Intel su questa proposta, non vi resta che continuare nella lettura di questo articolo, ma vi garantiamo che non rimarrete delusi.
Come sapete, Intel ha da poco presentato la sua nuova serie di processori mainstream, code name Skylake, accompagnati dai relativi PCH serie 100 identificati dalla nomenclatura Z170 e H170. I nuovi Platform Controller Hub di Intel introducono parecchie novità, dove la più rilevante è sicuramente il supporto alle DDR4, che fino ad oggi era ad appannaggio della sola piattaforma High-End basata su PCH Intel X99. Inoltre, le nuove CPU si basano su un socket con 1151 pin a differenza del precedente da 1150, caratteristica che impedisce la retrocompatibilità con la vecchia generazione di MainBoard serie 9. Tutti i brand produttori di Schede Madri si sono così trovati coinvolti nell’aggiornamento dei loro cataloghi, e MSI, da sempre attenta alle evoluzioni del mercato, ha subito presentato la sua nuova Line-up, adottando un nuovo schema di suddivisione dei prodotti. Ora la casa approda sul mercato con due macro linee: la Gaming e la Pro, dove all’interno della prima abbiamo un ulteriore suddivisione in tre fasce: Enthusiat, Performance e Arsenal per meglio suddividere le varie proposte, mentre la Pro racchiude tutte quelle mainboard non specifiche per Gaming ma senza rinunciare alla qualità e alla maggiori features proprietarie dell’azienda. State calmi e non vi agitate, l’azienda non ha completamente tolto la linea OC, ma di fatto è relegata in un unico esemplare,la Z170A XPOWER Gaming Titanium, appartenente alla fascia, ovviamente, Enthusiast. Quest’ oggi andremo a recensire la Z170I Gaming Pro AC, una mainboard molto particolare dato il suo form factor ridotto, più precisamente in formato ITX e ciò nonostante appartenente al segmento intermedio della serie Gaming, ovvero Performance. Ricordiamo che questo formato è in forte crescita nel mercato, non solo per gli utenti che desiderano un desktop dalle dimensioni ridotte per mancanza di spazio, ma anche dagli utenti enthusiast e dai Modder. Ora se siete curiosi di sapere come MSI abbia interpretato questo progetto e come se la caverà questa piccolina nei nostri test, non vi resta che continuare la lettura, ma vi anticipiano che non rimarrete delusi!